La traumatologia dentale nell’infanzia e adolescenza.

Le lesioni ai denti per effetto di un trauma sono molto frequenti, e difatti coinvolgono 3 persone su 10.

Tali lesioni si configurano in fratture dentarie, lussazioni di gravità crescente fino alla avulsione traumatica, cioè la perdita di un intero dente , che fuoriesce dall’ alveolo a causa del trauma.

Ci sono tre fasce dell’età della crescita in cui aumenta l’incidenza di questi traumi.

Dai 2 ai 3 anni, in cui l’inizio della deambulazione può portare a cadute.

Dagli 8 e gli 11 anni, caratterizzata dall’inizio dalla pratica di uno sport, e infine tra i 16 e 21 anni, in rapporto all’uso di veicoli e alla pratica agonistica di alcuni sport.

L’ informazione prioritaria che deve ricevere un genitore quando accade un trauma, è che deve fare solo due cose: contattare subito uno studio dentistico e recarvisi, e poi raccogliere, se possibile, ciò che è stato perso, il

frammento di dente oppure il dente intero.

Quest’ultimo deve essere toccato solo sulla corona, cioè la porzione di dente che si vede normalmente in bocca, e mai sulla radice.

Vanno sciacquati per un po’, e dopo custoditi in un liquido di trasporto, che può essere la saliva, quindi nella bocca del bambino sotto la lingua, oppure latte, o soluzione fisiologica, mai in acqua.

La tempestività con cui si deve far ricorso allo specialista è fondamentale, perché i tessuti dentali col passare anche di ore possono andare incontro a deterioramento di una certa gravita’ . In altre parole, la frattura può aver scoperto la polpa del dente ( il nervo) , o il dente perso ha peggiori possibilità di essere reimpiantato in bocca, se le fibre connettivali che ricoprono la radice sono lasciate a secco già solo per un’ora.

Nel 40% dei casi, i traumi dentali avvengono in ambiente domestico.

Nel 25-30% , in incidenti stradali.

Nel 20-25% sono da incidenti sportivi.

Nel 5-10% avvengono in altre situazioni.

L’interesse su queste percentuali consiste nel fatto che un quarto delle volte i traumi dentali avvengono mentre si fa sport. Ciò significa anche che  su questi traumi si può fare prevenzione, con un semplicissimo dispositivo che è il paradenti.

Esistono  situazioni cliniche anatomiche che predispongono ai traumi dentali, che nel 90% circa dei casi interessano gli incisivi centrali superiori, e comunque il settore dentale frontale superiore.

Per cui, nel caso in cui il bambino abbia una malocclusione di classe 2, quella in cui il mascellare superiore ha una posizione più avanzata rispetto alla mandibola, i suoi incisivi superiori sono più esposti.

Avviene così anche quando il labbro superiore è incompetente, cioè a bocca chiusa non tocca l’inferiore e si vedono i denti.

O se c’è un morso aperto anteriore, cioè a denti chiusi gli incisivi superiori e inferiori non si toccano.

Quindi un ulteriore modalità preventiva per i traumi dentali è la correzione ortodontica delle situazioni citate.

Le lussazioni sono più tipiche della dentatura da latte, mentre le fratture dentali ricorrono di più nella dentatura permanente.

Nello studio odontoiatrico, una volta giunto il paziente, vanno eseguiti vari esami diagnostici per orientarsi sulla terapia e formulare una prognosi.

Effettuata la terapia d’urgenza, la situazione andrà poi monitorata per un po’ di tempo, per controllare la vitalità del dente

Di seguito vengono riportati dei cenni di terapia, che è sempre impostata caso per caso in rapporto alla diagnosi e alla miglior prognosi.

Nel caso di frattura, con il recupero del frammento, questo può essere reincollato subito, grazie a speciali adesivi odontoiatrici. Altrimenti, si può fare una ricostruzione immediata della parte persa della corona.

Se la polpa è esposta, si opera su questa con una microasportazione, protetta poi da un materiale apposito, e di nuovo si ricostruisce subito.

I denti permanenti giovani hanno grosse potenzialità

di recupero della funzione pulpare, perché la loro radice non si è formata ancora del tutto e quindi l’apporto vascolare è notevole, e le cellule riparatrici della dentina sono ancora molto attive, condizioni  che si perdono con l’avanzare dell’ età.

Anche l’avulsione traumatica può essere risolta, riposizionando il dente nel suo alveolo con particolari accorgimenti, per poi “steccarlo”, solidarizzandolo a quelli vicini.

Se l’intervento è tempestivo, si avranno poche sequele in seguito.

Ma l’intervento, per un incisivo permanente, può e deve essere eseguito anche se sono passati giorni dal trauma.

Si sa già che in questo caso si verificheranno complicanze, la più grave un’anchilosi, cioè la radice del dente impiantato si lega intimamente all’ osso, e quindi nel procedere della crescita esso apparirà bloccato più in alto rispetto agli altri denti, creando per qualche anno un inestetismo.

Si procede ugualmente per garantire comunque lo sviluppo dell’osso e della gengiva di quel settore, altrimenti , a crescita ultimata, rimpiazzare il dente con un impianto, per esempio, comporterà l’esecuzione di interventi aggiuntivi.

In conclusione, quasi tutti i traumi dentari in giovane età sono trattabili con esiti favorevoli.

Il messaggio finale è che in parte si possono prevenire, con le cure ortodontiche delle malocclusioni a rischio e con l’utilizzo delle protezioni adeguate quando si fa sport, cioè i paradenti.

In ultimo, anche la tempestività d’intervento è una forma di prevenzione, per limitare complicanze maggiori.

 

a cura del Dr. Paolo Cervarich

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